Il 25 marzo 2022 finì la mia mostra personale sulla Spray paint art. È stata un’esperienza unica in cui ho conosciuto molte persone stravaganti e super interessate alle mie creazioni. Infatti, a fine della mostra, mi ritrovai “per una selva oscura che la diritta via era smarrita” … Sto scherzando. Volevo dire che mi ritrovai senza un quadro, perché tutti furono venduti, ma da lì a poco incombé un’altra mostra.
Da tempo addietro, erano aperte le iscrizioni per partecipare al trentaquattresimo concorso artistico Lilian Caraian, e chiudevano il 15 aprile. Mi dissi “Cavolo, non ho due opere pronte…ma non posso nemmeno perdere questa occasione! Devo creare due dipinti molto veloci! Il problema è che non so cosa fare.” Alche nei giorni seguenti, ebbi una discussione con un critico d’arte che mi fece visita alla mia mostra nell’ultima settimana. Dall’essere onorato di parlare con un ESPERTO, a fine chiacchierata rimasi davvero seccato! “Non mi sono piaciuti certi dipinti”, “mettere in esposizione gli stencil non era per nulla geniale” e balle varie… Secondo voi, volle che gli risposi “certamente maestro”? A un certo punto, ci separammo; con il broncio raggiunsi l’auto, e andai a guidare ‘sportivamente’ per le strade nei boschi.
Solitamente, quando guido, tengo la musica a tutto volume; invece, quando faccio Rally (la mia auto mi odierà a morte) la spengo. In questo modo, cerco di stare concentrato, eppure quella volta, invece che stare attento alla strada, rimuginai sulle parole del critico da strapazzo. Pensai, “ma chi è lui per giudicare la mia arte? L’arte non si giudica”.
Frenai di colpo, mi fermai.
Silenzio.
Pensai, “L’arte non giudica.”
L’ARTE
NON
SI
GIUDICA
Ancora silenzio.
“La prossima mostra è un concorso, dove ci saranno degli esperti d’arte che giudicheranno le opere degli artisti e stileranno una classifica. Eppure, in base a che cosa possono decretare quale sarà l’opera migliore? Che cavolo! Non esiste un quadro più bello dell’altro! Allora, se io fossi un critico, Picasso arriverebbe sempre ultimo.
Mmm…E se giocassi proprio su questo? Se li criticassi? Se li prendessi in giro? Perché in fin dei conti, i critici d’arte vengono pagati per giudicare, senza capire nulla di cosa sia l’espressività artistica. Sono come lo zucchero, in un tè già zuccherato.” A tarda sera, tornai a casa, mi misi a letto e cercai di dormire. Fu prevedibile che quella notte dormì quasi nulla; cercai di immaginare e ri-immaginare le tele. Scrivere direttamente su una sull’altra “perché mi giudicate?” e “l’arte non si giudica” sarebbe stato troppo scontato, troppo diretto, e troppo volgare nei confronti dei giudici. La soluzione migliore sarebbe dovuta essere una provocazione molto più fine e molto più velata.
All’improvviso, illuminazione! Ricoprire interamente le tele di nero, costruire degli stencil con le due frasi, spruzzare con la bomboletta spray fosforescente cosicché le scritte si vedano solo al buio. Idea geniale!
Il giorno seguente mi alzai, costruì gli stencil, presi una piccola tela gettata in angolo remoto della casa, la dipinsi tutta di color nero, aspettai che la pittura si asciugasse, misi gli stencil sopra, spruzzai con la bomboletta fosforescente e niente…guardai la tela, e notai che le scritte furono più che visibili. La bomboletta fosforescente lasciava appena appena un colore biancastro, dunque, su sfondo nero si notavano le frasi. “E Se facessi dei tag? Se spruzzassi colori a caso e poi su questi creo le scritte?” Decisi così di imbrattare due tele (60x80 cm). Creai prima ‘la risposta al buio’ (l’arte non si giudica) ispirandomi al tema del vandalismo, e poi dipinsi ‘la domanda al buio’ (perché mi giudicate?) prendendo spunto dal tema della criminalità. In due ore, finì il lavoro. Allorché mancò il fosforescente, soltanto che il problema fu che quel biancastro appena appena visibile che mi dava un sacco fastidio.
Allora decisi di fare l’inverso: incollare dello scotch di carta alla tela, tagliarlo per creare le lettere, spruzzare il luminescente per tutte le tele e SBAM! Una domanda al buio e una risposta al buio furono pronte! Registrai le opere al concorso il 15 aprile, e il 5 maggio le consegnai all’associazione che si occupò di organizzare l’evento. La mostra fu inaugurata due giorni dopo, domenica 7 maggio, nello stesso giorno in cui avvennero le premiazioni. Dopo una nottata in bianco in discoteca a Turriaco (una delle migliori nottate mai fatte), arrivai alla mostra con una coperta in testa, assistetti alle premiazioni e rullo di tamburi…arrivai ULTIMO!!!
Ho voluto provocare i critici e credo che non abbiano tanto apprezzato. Vabbè, a me non importava, anzi mi reputai un vincitore: i quadri fecero il giusto scalpore al pubblico tanto che, nel giro di poco tempo, li vendetti.
Un signore in visita mi chiese quanto costavano, io fissai un prezzo e 10 giorni dopo, a fine mostra, Mario le portò via. “Io compro perché mi piacciono, perché a Trieste e in Italia non se ne vedono di pezzi simili”
Queste sono state le parole di Mario senza sapere che quei due quadri si illuminassero pure al buio.
Immaginate quando lo scoprì…Fui l’unico tra gli artisti in gara a vendere le proprie opere.
Cari miei critici...l’arte è soggettiva
L’ARTE NON SI GIUDICA
